La relazione educativa fra asimmetria e parità
Come costruire una buona relazione educativa

L’adulto guida

La relazione educativa è asimmetrica. Chi educa sta in una posizione di guida e chi viene educato segue. Come in montagna, la guida è esperta, conosce il territorio, il sentiero, i panorami da ammirare, i pericoli, i tempi di cammino… Così è la posizione di chi educa, genitore, insegnante o altro professionista, conosce la vita, i bisogni, i tempi, i desideri, le potenzialità e i limiti di chi gli è affidato, o per lo meno dovrebbe conoscerli.
Così come il camminatore inesperto in montagna ha bisogno di una guida preparata e sicura, allo stesso modo il bambino ha bisogno di educatori preparati e sicuri per crescere bene, in modo armonico ed equilibrato.
Quindi è l’adulto che guida, detta tempi, modalità, attività, e a mano a mano nella crescita offre sempre più spazio al protagonismo del bambino.
È l’adulto che può dire cosa è bene mangiare, non il bambino, è l’adulto che sa a che ora è bene coricarsi, non il bambino, è l’adulto che sa predisporre tempi e luoghi di vita sani, che sa quali attività fanno bene e quali meno. Il bambino non ha ancora maturato le competenze e l’esperienza per avere la consapevolezza che il giorno successivo si sentirà meglio coricandosi alle 20.30 anziché alle 23, che è più formativo andare al parco piuttosto che stare davanti al tablet, che è più sano un piatto di pasta al pomodoro rispetto alle amate patatine fritte. Maturerà queste consapevolezze solo nel progredire della crescita. Così pure al nido, o a scuola, se l’educatore o l’insegnante hanno predisposto tempi e luoghi adatti al bambino, con un buon ritmo fra attività strutturata e gioco libero, e fra interno ed esterno, è bene che tutti i bambini seguano questo ritmo.

Il bambino segue
Il bambino segue, con la fiducia che gli è propria, e si sente bene, perché si sente protetto, al sicuro. Accade che qualche volta protesti o disubbidisca, perché i suoi desideri si scontrano con i suoi bisogni, e in questo caso l’adulto risponde ai bisogni piuttosto che ai desideri. In questi momenti di difficoltà l’adulto è chiamato a resistere, a non mollare la posizione di guida.

La mamma ballerina
Alcuni anni fa, all’interno di un percorso di consulenza pedagogica con una mamma di una bambina che stava attraversando la fase dei terribili two in modo piuttosto turbolento, la mamma stessa mi ha portato l’immagine di sé come di una ballerina che danzava attorno alla figlia nel tentativo di accontentare le sue continue richieste senza riuscirci mai, anzi scatenando nella figlia capricci e rabbia e in sé fatica e senso di inadeguatezza. Da allora ho incontrato molti altri genitori “ballerini” e cerco di aiutarli a trasformarsi in guide alpine, perché è questo di cui hanno bisogno i figli. Molto spesso dietro ad un genitore “ballerino” si celano una sofferenza, una fatica, le sue energie sono impegnate su altri fronti, ecco che a quel punto diventa fondamentale prendersi cura anche del genitore.

Comunicazione alla pari
Diverso è per la comunicazione, questa è alla pari. Il rispetto, in particolare, tutte quelle forme che noi amiamo insegnare ai bambini: per favore - grazie - prego - scusa - permesso. Ecco, non serve insegnarle, se noi siamo i primi a usarle, in famiglia, a scuola, con gli altri adulti, ma anche con loro. È bene dire ai bambini per favore - grazie - scusa. In questo modo incarneremo un buon esempio di comunicazione e relazione. Teniamo presente che nei primi 6/7 anni di vita l’apprendimento avviene principalmente per imitazione.
E poi i toni, quante volte urliamo ai bambini? Quante volte ci permettiamo invece di urlare ad altri adulti? E i gesti? Quante volte verso i bambini sono bruschi, poco rispettosi?
Utilizziamo un modo di parlare calmo, a voce bassa, abbassiamoci, guardiamo i bambini negli occhi, tocchiamoli, accarezziamoli, abbracciamoli; quando hanno bisogno di noi lasciamo quello che stiamo facendo e fermiamoci un momento per parlare con loro, a loro, un momento dedicato. Evitiamo di parlare al bambino da una stanza all’altra, di comunicare mentre siamo impegnati a fare altro, fermiamoci un momento, farà bene anche a noi. Al bambino spesso basta davvero un tempo ridotto di attenzione, come un’automobile che ha bisogno di fermarsi a fare benzina, funziona però solo se in quel momento siamo davvero con lui e per lui e non presi da altre mille cose.

Parole e gesti
Più piccoli sono più utilizziamo il linguaggio non verbale, il corpo, e il linguaggio delle immagini, avremo tutto il tempo per le spiegazioni razionali. Teniamo presente che fino alla comparsa del linguaggio verbale la comunicazione col bambino passa dal canale non verbale, da qui l’importanza del modo in cui lo prendiamo in braccio, vestiamo, culliamo, trasportiamo. Quante volte i nostri gesti sono frettolosi, rapidi, meccanici? Quante volte siamo presenti con il corpo e lontani con la mente? Quante volte la nostra attenzione è rapita dallo smartphone?

Per concludere
Per concludere, come la guida alpina io adulto sono chiamato a camminare davanti al bambino per mostrargli il cammino, ma quando serve mi giro, mi abbasso, lo guardo negli occhi, lo tocco e gli parlo in modo calmo e consapevole per capire come sta e di cosa ha bisogno in quel momento.
Lo so, non è facile, soprattutto per un insegnante che si trova da solo a gestire una classe numerosa, l’attenzione al singolo e al gruppo richiedono uno sguardo bifocale difficile da mantenere costantemente. Ma a volte può bastare un piccolo gesto, come l’accoglienza personalizzata ad ogni bambino, dandogli il benvenuto chiamandolo per nome e con un incrocio di sguardi, sorrisi e contatto fisico, per fare la differenza.
Educare è difficile, ma proviamoci, i risultati che otterremo con queste modalità ci incoraggeranno a proseguire, fiduciosi di essere sulla strada giusta.


Condividi su Facebook
Riceve su appuntamento negli studi di Bassano del Grappa, Rossano Veneto, San Giuseppe di Cassola e Cittadella.

Telefono 349 77 31 247
Email rossana@rebellato.info
Email (PEC) rossana@pec.rebellato.info Contatti
Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013
P.IVA 03814590240
Segretaria nazionale Associazione Professioni Pedagogiche socia n. A16B0021
Formatrice-Supervisore Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti socia n. 2597
Esperta in metodologie autobiografiche Libera Università dell'Autobiografia

Social




Newsletter

Iscriviti alla newsletter per restare sempre aggiornato sui prossimi appuntamenti.
©2022-2023 Rossana Rebellato
P.IVA 03814590240